L’anno scorso ci è capitato fra le mani un articolo pubblicato nel 2015 dal The Guardian intitolato “The madness of drinking bottled water shipped halfway round the world” nel quale l’autore, Oliver Balch, descriveva molto bene le implicazioni economiche e ambientali derivanti dallo smodato consumo di acqua in bottiglia.
Questo ci ha spinto a ricercare informazioni più recenti e lo scenario che ci si è presentato davanti è stato davvero sconcertante.
Secondo i dati del Censis, nel 2018, l’Italia è stato il primo paese in Europa per consumo di acqua in bottiglia, secondo al mondo dopo il Messico. In Italia si producono 25 milioni di bottiglie di plastica al giorno, 280 mila tonnellate di PET all’anno di cui solo il 25% viene correttamente riciclato: la maggior parte viene bruciato, sotterrato o finisce nei nostri mari. Il PET utilizzato per la produzione delle bottiglie deriva per il 90% da materie prime fossili vergini come il petrolio e già solo questo basterebbe a darci l’idea delle risorse, economiche e ambientali, che la sola produzione delle bottiglie assorbe.
A questo va aggiunto il trasporto delle bottiglie su e giù per l’Italia dagli stabilimenti di produzione fino a quelli dove l’acqua viene imbottigliata. Le bottiglie piene devono, poi, essere distribuite nella catena di vendita. Il consumatore finale, dovrà, a sua volta, trasferirle nel proprio ambiente domestico o aziendale. Infine, le bottiglie ormai vuote dovranno essere trasportate nei luoghi in cui saranno smaltite o riciclate. Considerato che, in Italia, l’80% dell’acqua imbottigliata si muove su gomma e che un autotreno, mediamente, rilascia in atmosfera 1300 kg di CO2 ogni 1000 km, le conclusioni che si ricavano fanno davvero girare la testa.
Ci ha davvero molto impressionato leggere che solo l’1% dei costi sostenuti per l’acqua è rappresentato dall’acqua in sé, che il 60% del valore della nostra acqua in bottiglia è dato dal trasporto, che per produrre 1 litro d’acqua…ne servono due.
Un giorno ci siamo detti: “Abbiamo la fortuna di lavorare in una città dove l’acqua della falda, la cosiddetta Acqua del Sindaco, è di ottima qualità, talvolta addirittura migliore di quella delle acque in bottiglia, perché non cogliere questa opportunità?”. E così abbiamo fatto.
Dal 2019 BMP non acquista più acqua minerale in bottiglia. L’azienda è stata dotata di erogatori attraverso i quali si può prelevare acqua fredda o a temperatura ambiente, naturale o più o meno gassata, a seconda delle proprie preferenze.
È solo un piccolo passo, certamente, e forse questa iniziativa è solo una goccia nel mare…ma in un mare un pochino meno inquinato.
Il Team BMP